Mi è capitata per caso l’occasione di vedere Revolutionary
Road, pellicola del 2008, di cui non avevo mai sentito parlare prima; la
presenza di due attori protagonisti talentuosi come Leonardo Di Caprio e Kate Winslet,
e la regia del Premio Oscar Sam Mendes (American
Beauty , Skyfall, Era mio padre) mi hanno fin da subito incuriosito. I due
protagonisti di Titanic si incontrano per la seconda volta, a distanza di anni,
interpretando questa volta due giovani coniugi, una volta innamorati e
sognatori, ora infelici con due figli, costretti a fare i conti con il vero tema portante della
vicenda, la rassegnazione; la rassegnazione verso una vita, un lavoro, un luogo
che non si vuole, che addirittura si arriva a odiare. Mentre i due recitano
perfettamente la parte di una famigliola felice e soddisfatta, all’interno
delle mura di casa si consuma il loro dramma: April (Kate Winslet) si sente
imprigionata nel ruolo di moglie e madre che le viene relegato dall’epoca e
dalla cittadina in cui vive, ma non vuole piegarsi del tutto ad essa; Frank
(Leonardo Di Caprio), insoddisfatto del proprio lavoro da impiegato, una volta
ragazzo ambizioso e curioso, vive nel ricordo nostalgico di andare a vivere a
Parigi. April non vuole rassegnarsi a questa condizione: offre al marito di
lasciare la casa, il lavoro e di trasferirsi nell’amata capitale francese,
lavorando lì come segretaria e permettendo loro di vivere la vita che tanto avevano sognato;
Frank, nonostante accetti inizialmente, forse spaventato dal grande cambiamento
e dal ruolo che avrebbe lì avuto la moglie mantenendolo, approfitta di una
vantaggiosa offerta di lavoro e confessa la sua decisione ad April. Lei,
delusa, è costretta definitivamente ad abbandonare il sogno parigino scoprendo
che è di nuovo incinta. April vede nel figlioletto in arrivo la distruzione
dell’ultima speranza di libertà che aveva sempre desiderato e nell’aborto
l’univa via di scampo ad una vita che non vuole. Il regista ci mette di fronte
ad un bivio, a cui però non da risposta: davanti ad una vita che si odia,
dobbiamo rassegnarci ad essa, guadagnando prestigio e ricchezze ma rinunciando ai nostri sogni,
oppure non rassegnarci, andando all’avventura e facendo di tutto pur di
ottenere ciò che vogliamo? Come già anticipato, il regista non risponde a
questo quesito, ma lascia a noi spettatori la possibilità di scegliere; Sam
Mendes parla di sentimenti e situazioni verosimili, che purtroppo, prima o poi,
accadono a tutti, e dirige magistralmente i due bravissimi protagonisti.
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